Ecco come hanno ricordato Padre Juan i vicini di Carmen de Patagones in occasione del trentennio dalla morte.
Il Padre Juan Bertolone arrivò a Carmen de Patagones negli Anni ‘60. Il suo obiettivo era quello di lavorare con tutte le sue forze per i ragazzi, soprattutto i più umili e indifesi, come buon figlio di Don Bosco, sognatore di queste terre.
Il suo primo oratorio lo iniziò nel Colegio San José, utilizzando il cortile e tre sale che lui chiamava segreterie. Nel cortile si poteva giocare a calcio e nella veranda con i diversi giochi che lui aveva portato. Chi vinceva otteneva dei buoni con i quali si potevano comprare diversi oggetti religiosi o dolciumi. Le statue le faceva lui con degli stampi di gomma e gesso, dopo le dipingeva con vari colori. In una delle aule si insegnava dattilografia con delle macchine che Padre Juan era riuscito ad avere ed era lui ad insegnare a tutti coloro che lo desideravano.
Giorno dopo giorno le attività andavano aumentando. Camminate per i vari quartieri che portavano il numero di oratoriani ad aumentare. Ciascun quartiere aveva la sua tribù ed il proprio capo; alcuni nomi erano: Caferino, Juanito Bosco, Domingo Savio. La popolazione piano piano conosceva Padre Juan e con molto piacere gli tendeva la mano. Questo permise le camminate alla Laguna Grande e le visite alle diverse fattorie. Dove i grandi serbatoi d’acqua in cui si abbeveravano le mucche diventavano le migliori piscine. Verso sera, all’ora del rientro a casa, tutti dicevamo: Padre siamo stanchi di camminare! Lui ci diceva: preghiamo affinché compaia un mezzo…e quasi sempre passava qualcuno che ci portava fino alla scuola, da lì ciascuno andava a casa sua per tornare il giorno dopo.
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