Don Giancarlo Casati, sacerdote classe 1934 della casa salesiana di Lombriasco, conobbe Padre Juan Bertolone durante gli studi di teologia svolti a Bollengo. “Con Don Gianni – ricorda don Casati – si faceva vita comune. Lui andava al sabato e la domenica ad animare i ragazzi all’oratorio al paese di Piverone non molto lontano dal paese di Viverone. Io svolgevo invece lo stesso servizio a Palazzo Canavese, un paese ancora più piccolo. Ricordo che don Gianni andava e veniva in bicicletta – prosegue – ed era zelante con un attenzione verso i ragazzi nello stile di don Bosco. Don Gianni aveva svolto l’anno di noviziato un anno prima di me, dal 1949 al 1950, mentre io l’ho conosciuto solamente durante la teologia che lui frequentò dal 1956 fino al 1960, anno della sua ordinazione sacerdotale. Ricordo di Padre Juan una persona molto semplice, molto sensibile ai poveri ed agli ultimi. Aveva intenzione di lavorare per i giovani e lui voleva lavorare insieme ai giovani meno fortunati. A Valdocco a fare l’assistente io sono arrivato dopo di lui. A Piverone parlava con noi compagni di teologia delle attività che facevano in oratorio ma già li aveva manifestato attitudine a lavorare per i ragazzi meno fortunati. Era povero nelle sue cose, nel modo di vestire, si accontentava di qualsiasi cosa. Don Gianni era soprattutto povero di spirito, si accontentava di quello che gli capitava”. Una volta terminati gli studi di teologia, don Giancarlo Casati non ebbe più contatti con Padre Juan Bertolone: “I sacerdoti che partivano in missione li si vedeva solo più quelle poche volte che tornavano a Torino tenendo presente che allora i collegamenti da una parte all’altra del mondo erano molto più difficoltosi di adesso”.