Padre Juan Bertolone, a più di quarant’anni dalla sua morte, non è mai stato dimenticato popolazione della Patagonia. Una regione all’estremo sud dell’America Latina che nonostante la sua estensione è tra le meno popolate dell’Argentina. Ancora oggi quella terra, così come a cavallo tra gli Anni Sessanta e Settanta quando prestò la sua opera il missionario salesiano chierese, è tra le zone dell’Argentina con il più alto tasso di povertà.
Il segno indelebile lasciato in Patagonia da Padre Juan Bertolone
Nel 2016 Renato, fratello minore del salesiano nativo di Chieri, insieme alla moglie Annamaria compì un viaggio nelle terre in cui il Salesiano aveva speso la sua vita di missionario. In quell’occasione i coniugi Bertolone sono stati accolti con grande affetto. Tante persone che avevano conosciuto il salesiano che ha speso la sua vita in terra di missione. Una vita la sua che merita di essere ricordata e raccontata. Perché è certamente la sua una piccola goccia nell’oceano che ha contribuito a fare la storia.
In Argentina sono tante testimonianze tangibili che ricordano l’opera instancabile e creativa compiuta dal missionario salesiano. A Carmen De Patagones, infatti, sono tuttora attivi la scuola “Juanito Bosco y Padre Juan Bertolone”. Al cui esterno è presente un dipinto che raffigura la Madonna, Don Bosco e Padre Juan circondati da numerosi bambini.
Ma anche la cappella e l’oratorio “Madre Mazzarello”, il primo oratorio Don Bosco e la Cappella Don Bosco. Di quest’ultima Padre Juan avviò la realizzazione nei suoi ultimi anni di vita. L’opera fu completata nel 1980, a quattro anni di distanza dal suo addio alla vita terrena.
Il missionario salesiano chierese riuscì anche ad avviare la progettazione della cappella-oratorio “Sagrada Familia“. Situata nel quartiere Villa Lynch abitato in prevalenza da persone in condizioni economiche disagiate.