La Pasqua è senza dubbio la festa liturgica più importante per i Cristiani in ricordo della risurrezione di Gesù Cristo. Ancora prima la ricorrenza era celebrata dagli Ebrei che in questo giorno ricordavano il passaggio attraverso il Mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Anche Padre Juan Bertolone, durante il suo periodo di missione in Argentina tra il 1960 ed il 1976, celebrava la festività insieme ai ragazzi patagonini più umili ed indifesi. Realizzando così il sogno fatto nel 1872 da Don Bosco che vide i suoi Figli spirituali lavorare in questa terra all’estremo sud dell’America Latina.
L’impegno di Padre Juan Bertolone in Argentina
“Il tuo unico desiderio è stato servire i poveri – si legge in una testimonianza di una persona argentina che ha conosciuto il missionario salesiano nativo di Chieri – senza scoraggiarti, senza venire meno. Lottando contro la povertà in maniera solidaria con lo stimolo di una forza interiore. Innalzando la croce in solitudine. Forse ti sei sentito impotente di fronte a tanti ciechi che non volevano vedere la luce. In te c’era una lotta tra lo spirito e la carne, come in qualunque essere umano che segue Gesù”. E’ un Padre Juan Bertolone che, come Gesù, portava tutto l’anno la croce a servizio dei poveri della Patagonia Argentina ma soprattutto dei giovani che si trovavano in condizioni difficili.
Le celebrazioni della Settimana Santa con i propri ragazzi e i pensieri per la propria famiglia d’origine
Padre Juan Bertolone celebrava i riti pasquali della Settimana Santa nelle comunità che le erano state affidate. Nel 1960, anno del suo arrivo in Patagonia, operò infatti a Viedma. Tra il 1966 ed il 1970 fu missionario a Carmen de Patagones e nel 1971 fu trasferito a General Conesa. Solo nel 1976, ormai malato e debilitato, non riuscì a celebrare le funzioni pasquali e fu sostituito da un altro sacerdote. A Pasqua, inoltre, Padre Juan Bertolone era solito scrivere ai propri genitori riservandogli preghiere e pensieri speciali in vista di questa festa.